In primo piano.
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Violenza sul lavoro Strategie di prevenzione e contrasto
Violenza sul lavoro Strategie di prevenzione e contrasto
Dalle minacce alle molestie, dallo stalking al mobbing, dagli atti di intimidazione fino alle aggressioni fisiche: la violenza sul lavoro tocca oggi livelli allarmanti in diversi Paesi. Particolarmente percettibile nel settore sanitario o in quelle attività lavorative che prevedono il contatto diretto con il pubblico, il problema è in realtà trasversale a tutti i comparti lavorativi.
Ci ha pensato allora l’ILO (Organizzazione Internazionale del lavoro) l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere un lavoro dignitoso ad adottare una Convenzione per contrastare la violenza e le molestie nel mondo del lavoro. Per inquadrare innanzitutto i confini del tema, la Convenzione 190, del 21 giugno 2019 (http://bit. ly/34SUQeZ), ha definito – con l’espressione “violenza e molestie” – «un insieme di pratiche e di comportamenti inaccettabili, o la minaccia di porli in essere, che si prefiggano, causino o possano comportare un danno fisico, psicologico, sessuale o economico».
Un programma di intervento chiaro e integrato, dichiaratamente a beneficio dei lavoratori e del loro benessere, ma anche a vantaggio delle aziende. Nella Convenzione si ricorda infatti come la violenza e le molestie siano incompatibili con lo sviluppo di imprese “sostenibili” e se ne evidenzia l’impatto negativo sull’organizzazione del lavoro, sulla reputazione, nonché sulla produttività.
Il messaggio lanciato dal nuovo documento ILO sembra allora un richiamo ad una strategia in cui tutte le parti in gioco traggono profitto da un atteggiamento collaborativo, che – nel caso specifico – si esplichi nella promozione di una cultura del lavoro basata sul rispetto reciproco e sulla dignità dell’essere umano.

Dalle minacce alle molestie, dallo stalking al mobbing, dagli atti di intimidazione fino alle aggressioni fisiche: la violenza sul lavoro tocca oggi livelli allarmanti in diversi Paesi. Particolarmente percettibile nel settore sanitario o in quelle attività lavorative che prevedono il contatto diretto con il pubblico, il problema è in realtà trasversale a tutti i comparti lavorativi.
Ci ha pensato allora l’ILO (Organizzazione Internazionale del lavoro) l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere un lavoro dignitoso ad adottare una Convenzione per contrastare la violenza e le molestie nel mondo del lavoro. Per inquadrare innanzitutto i confini del tema, la Convenzione 190, del 21 giugno 2019 (http://bit. ly/34SUQeZ), ha definito – con l’espressione “violenza e molestie” – «un insieme di pratiche e di comportamenti inaccettabili, o la minaccia di porli in essere, che si prefiggano, causino o possano comportare un danno fisico, psicologico, sessuale o economico».
Un programma di intervento chiaro e integrato, dichiaratamente a beneficio dei lavoratori e del loro benessere, ma anche a vantaggio delle aziende. Nella Convenzione si ricorda infatti come la violenza e le molestie siano incompatibili con lo sviluppo di imprese “sostenibili” e se ne evidenzia l’impatto negativo sull’organizzazione del lavoro, sulla reputazione, nonché sulla produttività.
Il messaggio lanciato dal nuovo documento ILO sembra allora un richiamo ad una strategia in cui tutte le parti in gioco traggono profitto da un atteggiamento collaborativo, che – nel caso specifico – si esplichi nella promozione di una cultura del lavoro basata sul rispetto reciproco e sulla dignità dell’essere umano.