ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA.

ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA.

Il compito primario degli Evacuatori di Fumo e Calore (EFC) è quello di assicurare, in caso d’incendio, l’incolumità delle persone facendo fuoriuscire fumi e gas nocivi prodotti dalla combustione, anche perché i tempi di fuga a disposizione della gente sono molto brevi in quanto i gas che si sprigionano dai fumi dell’incendio sono altamente tossici; inoltre devono contribuire a rendere l’opera di soccorso il più agevole possibile.

Occorre rammentare che, anche in assenza di persone all’interno del locale in cui si è sviluppato l’incendio, la pronta evacuazione dei fumi limita i danni a merci e impianti. Quasi sempre un incendio, anche di modeste proporzioni, danneggia in modo irreparabile quanto si trova nel locale, poiché i fumi non evacuati fanno depositare i prodotti della combustione in tutto il locale stesso.

Gli Evacuatori di Fumo e Calore devono essere conformi a numerose disposizioni di legge nonché la UNI 9494 e UNI 12101 per sistemi per il controllo di fumo e calore, oltre a essere provvisti di marcatura CE.

Una prova molto significativa che l’evacuatore deve soddisfare riguarda la determinazione della superficie utile di apertura (Aa).

Tale valore non è estrapolabile da calcolo matematico ma deve essere determinato mediante prova pratica con apposito impianto su una serie di dispositivi in scala reale.

Il funzionamento degli EFC si basa sull’azionamento, tramite gas compresso CO2, che è un meccanismo di spinta, potente e affidabile, tale da assicurare l’apertura nelle situazione più critiche di neve e vento. Il sistema di chiusura deve soddisfare i requisiti di tenuta, i quali rendono il sistema stabile e garantito contro aperture accidentali.

L’evacuatore, oltre all’apertura in emergenza, può essere dotato di un meccanismo di apertura per la ventilazione giornaliera.

Particolare attenzione è rivolta alla manutenzione periodica che deve essere eseguita in ottemperanza alla norma tecnica di riferimento UNI 9494-3.

Questa operazione risulta semplificata grazie all’impiego di sistemi di aggancio e fissaggio automatici a pressione tali da rendere l’intervento rapido e sicuro.

IL BOX AD AZOTO/CO2

Il box viene impiegato negli impianti pneumatici di attivazione remota in emergenza degli EFC, siano essi realizzati internamente o esternamente agli edifici.

I box devono essere posizionati all’interno dell’edificio in luogo sicuro e di facile accesso agli operatori addetti all’antincendio.

IL BOX AD AZOTO

Al suo interno il box è composto da:

  • una bombola di azoto
  • un manometro che segnala la pressione all’interno della bombola di azoto
  • un regolatore di pressione
  • un manometro che segnala la pressione all’interno dell’impianto
  • un alimentatore con relativa batteria tampone (per garantire il funzionamento qualora l’incendio abbia danneggiato l’impianto elettrico)
  • All’esterno del box troviamo:
  • un pulsante di allarme

un pannello di controllo della funzionalità dell’impianto

IMPIANTO ELETTRICO: GLI ATTUATORI

Vi sono due tipi di attuatori installati sul dispositivo di Evacuazione di Fumo e Calore:
attuatori pirotecnici
attuatori elettromagnetici

ATTUATORE PIROTECNICO

L’attuatore di tipo pirotecnico si compone di un cilindro con un percussore, installato su ciascun dispositivo di evacuazione fumo e calore. All’interno del cilindro è alloggiata una microcarica esplosiva nella quale è annegata una resistenza.

Al passaggio della corrente la resistenza provoca l’esplosione della microcarica con la conseguente espulsione del percussore che frantuma la fialetta termofusibile.

Tale azione permette la fuoriuscita dello spillo che, posizionato nella valvola termica, fora la bombola di Co2 innescando l’apertura dell’evacuatore di fumo e calore.

Per il ripristino del sistema occorre sostituire l’attuatore pirotecnico, la bombola di CO2 e la fialetta termofusibile.

ATTUATORE ELETTROMAGNETICO

L’attuatore di tipo elettromagnetico, alloggiato in un corpo di alluminio, è installato su ciascun dispositivo di evacuazione fumo e calore

Al passaggio della corrente l’attuatore frantuma la fialetta termofusibile.

Tale azione permette la fuoriuscita dello spillo che, posizionato nella valvola termica, fora la bombola di CO2 innescando l’apertura dell’evacuatore di fumo e calore. Per il ripristino del sistema occorre sostituire la bombola di CO2 la fialetta termofusibile e riarmare l’attuatore elettromagnetico.

IMPIANTO PNEUMATICO ESTERNO

L’impianto ad attivazione pneumatica è realizzato esternamente all’edificio ed è costituito da una dorsale a 1 o 2 tubo/i in rilsan. I tubi sono giuntati per mezzo di raccordi ispezionabili. Il sistema è garantito fino a una pressione pari a 150 BAR.

La dorsale in rilsan è protetta all’interno da un tubo in acciaio completo di innesti a “T” e scatole di derivazione ispezionabili.

L’impianto è ancorato a supporti adeguati a ciascuna tipologia di copertura.

Il collegamento tra la dorsale e ciascun Evacuatore di Fumo e Calore (EFC) avviene mediante 1 o 2 tubo/i in teflon protetto/i da una doppia calza di acciaio.

L’impianto è raccordato a uno o più box ad azoto/CO2 per il controllo e l’attivazione da remoto degli EFC.

IMPIANTO PNEUMATICO INTERNO

L’impianto ad attivazione pneumatica è realizzato internamente all’edificio ed è costituito da una dorsale ad 1 o 2 tubo/i in rame giuntati da raccordi ispezionabili (pressione massima garantita: 150 BAR). Il fissaggio a parete e all’intradosso della copertura avviene mediante idonee staffe ancorate per mezzo di viti o tasselli.

Il collegamento tra la dorsale e ciascun Evacuatore di Fumo e Calore avviene mediante 1 o 2 tubo/i in teflon protetto/i da una doppia calza di acciaio.

L’impianto è raccordato a uno o più box ad azoto/CO2 per il controllo e l’attivazione da remoto degli EFC.

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